09 marzo, 2013

PROMEMORIA 9 marzo 1976 – In Val di Fiemme la cabina della funivia del Cermis con 43 persone a bordo cade, a causa della rottura della fune, in località Maso Teta – 42 morti .

In Val di Fiemme la cabina della Il disastro della funivia di Cavalese del 1976, o Disastro del Cermis, è il peggior incidente di una funivia mai verificatosi. Il 9 marzo 1976, la fune portante di acciaio della funivia aerea si ruppe mentre la cabina stava scendendo dall'Alpe Cermis, vicino alla stazione sciistica dolomitica di Cavalese, a 40 km da Trento. In una delle ultime corse della giornata, alle 17:20, la fune portante dell'impianto sciistico cedette, e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri; quindi continuò la propria corsa sul terreno per altri 100 metri per poi fermarsi in un campo d'erba. Il disastro avvenne nell'ultimo tratto di discesa: il tragitto era diviso in due sezioni, con una stazione intermedia nella quale si effettuava uno scambio di cabine e quindi l'altra risaliva a monte vuota. La seconda cabina comunque non crollò a terra. Nella caduta, il carrello superiore, del peso di circa 3 tonnellate, si infranse sulla cabina, schiacciandola. 42 persone persero la vita, tra queste 15 bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni e il diciottenne manovratore della cabina. La portata della funivia era di 40 persone (o 3175.2 kg) ma al momento dell'incidente gli occupanti erano 43: questo venne giustificato dall'operatore con il fatto che molti di essi erano bambini. La maggior parte delle vittime erano tedeschi della città di Amburgo. A bordo c'erano 21 cittadini tedeschi, 11 italiani, 7 austriaci e un francese.[2][3][4] L'unica sopravvissuta alla tragedia fu una ragazza milanese di 14 anni, Alessandra Piovesana. Si trovava in gita scolastica e stava scendendo a valle con due amici, quando accadde l'incidente; dopo una lunga degenza in ospedale, si rimise e testimoniò nei successivi processi, ricevendo poi 50 milioni di lire di risarcimento.[5] Diventata giornalista per la rivista Airone, scomparve nel 2009 in seguito a malattia.[6] L'inchiesta rivelò che due funi d'acciaio si accavallarono ed una tranciò l'altra, presumibilmente vicino ad uno dei sostegni. Il sistema automatico di sicurezza che avrebbe potuto evitare il disastro era spento.[7] L'impianto era stato realizzato nel 1966, solo 10 anni prima dell'incidente a fronte di una durata prevista dell'impianto di 30 anni.[1] Altri incidenti della funivia del Cermis [modifica] Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 Il disastro della funivia di Cavalese del 1976, o Disastro del Cermis, è il peggior incidente di una funivia mai verificatosi. Il 9 marzo 1976, la fune portante di acciaio della funivia aerea si ruppe mentre la cabina stava scendendo dall'Alpe Cermis, vicino alla stazione sciistica dolomitica di Cavalese, a 40 km da Trento. In una delle ultime corse della giornata, alle 17:20, la fune portante dell'impianto sciistico cedette, e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri; quindi continuò la propria corsa sul terreno per altri 100 metri per poi fermarsi in un campo d'erba. Il disastro avvenne nell'ultimo tratto di discesa: il tragitto era diviso in due sezioni, con una stazione intermedia nella quale si effettuava uno scambio di cabine e quindi l'altra risaliva a monte vuota. La seconda cabina comunque non crollò a terra.[1] Nella caduta, il carrello superiore, del peso di circa 3 tonnellate, si infranse sulla cabina, schiacciandola. 42 persone persero la vita, tra queste 15 bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni e il diciottenne manovratore della cabina. La portata della funivia era di 40 persone (o 3175.2 kg) ma al momento dell'incidente gli occupanti erano 43: questo venne giustificato dall'operatore con il fatto che molti di essi erano bambini. La maggior parte delle vittime erano tedeschi della città di Amburgo. A bordo c'erano 21 cittadini tedeschi, 11 italiani, 7 austriaci e un francese.[2][3][4] L'unica sopravvissuta alla tragedia fu una ragazza milanese di 14 anni, Alessandra Piovesana. Si trovava in gita scolastica e stava scendendo a valle con due amici, quando accadde l'incidente; dopo una lunga degenza in ospedale, si rimise e testimoniò nei successivi processi, ricevendo poi 50 milioni di lire di risarcimento.[5] Diventata giornalista per la rivista Airone, scomparve nel 2009 in seguito a malattia.[6] L'inchiesta rivelò che due funi d'acciaio si accavallarono ed una tranciò l'altra, presumibilmente vicino ad uno dei sostegni. Il sistema automatico di sicurezza che avrebbe potuto evitare il disastro era spento.[7] L'impianto era stato realizzato nel 1966, solo 10 anni prima dell'incidente a fronte di una durata prevista dell'impianto di 30 anni.[1] Altri incidenti della funivia del Cermis [modifica] Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 un Grumman EA-6B Prowler, aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 150 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Il velivolo, danneggiato all'ala e alla coda, fu comunque in grado di far ritorno alla base. Nella Strage del Cermis morirono i 19 passeggeri e il manovratore, tutti cittadini di Stati europei: tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese.un aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 150 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Il velivolo, danneggiato all'ala e alla coda, fu comunque in grado di far ritorno alla base. Nella Strage del Cermis morirono i 19 passeggeri e il manovratore, tutti cittadini di Stati europei: tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese. con 43 persone a bordo cade, a causa della rottura della fune, in località Maso Teta – 42 morti. Il disastro della funivia di Cavalese del 1976, o Disastro del Cermis, è il peggior incidente di una funivia mai verificatosi. Il 9 marzo 1976, la fune portante di acciaio della funivia aerea si ruppe mentre la cabina stava scendendo dall'Alpe Cermis, vicino alla stazione sciistica dolomitica di Cavalese, a 40 km da Trento. In una delle ultime corse della giornata, alle 17:20, la fune portante dell'impianto sciistico cedette, e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri; quindi continuò la propria corsa sul terreno per altri 100 metri per poi fermarsi in un campo d'erba. Il disastro avvenne nell'ultimo tratto di discesa: il tragitto era diviso in due sezioni, con una stazione intermedia nella quale si effettuava uno scambio di cabine e quindi l'altra risaliva a monte vuota. La seconda cabina comunque non crollò a terra. Nella caduta, il carrello superiore, del peso di circa 3 tonnellate, si infranse sulla cabina, schiacciandola. 42 persone persero la vita, tra queste 15 bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni e il diciottenne manovratore della cabina. La portata della funivia era di 40 persone (o 3175.2 kg) ma al momento dell'incidente gli occupanti erano 43: questo venne giustificato dall'operatore con il fatto che molti di essi erano bambini. La maggior parte delle vittime erano tedeschi della città di Amburgo. A bordo c'erano 21 cittadini tedeschi, 11 italiani, 7 austriaci e un francese. L'unica sopravvissuta alla tragedia fu una ragazza milanese di 14 anni, Alessandra Piovesana. Si trovava in gita scolastica e stava scendendo a valle con due amici, quando accadde l'incidente; dopo una lunga degenza in ospedale, si rimise e testimoniò nei successivi processi, ricevendo poi 50 milioni di lire di risarcimento. Diventata giornalista per la rivista Airone, scomparve nel 2009 in seguito a malattia. L'inchiesta rivelò che due funi d'acciaio si accavallarono ed una tranciò l'altra, presumibilmente vicino ad uno dei sostegni. Il sistema automatico di sicurezza che avrebbe potuto evitare il disastro era spento. L'impianto era stato realizzato nel 1966, solo 10 anni prima dell'incidente a fronte di una durata prevista dell'impianto di 30 anni. Altri incidenti della funivia del Cermis Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 un Grumman EA-6B Prowler,[8] aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 150 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Il velivolo, danneggiato all'ala e alla coda, fu comunque in grado di far ritorno alla base. Nella Strage del Cermis morirono i 19 passeggeri e il manovratore, tutti cittadini di Stati europei: tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese.

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