02 gennaio, 2012

PROMEMORIA 2 gennaio 2007 – La fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI in Intesa Sanpaolo

La fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI in Intesa Sanpaolo
La fusione tra le due banche, annunciata ad agosto 2006, si è poi concretizzata nel dicembre dello stesso anno. È la prima banca italiana per capitalizzazione, la sesta nell'area euro con 20,4 miliardi di euro. Dato aggiornato al 9 agosto 2011 e reperiti sul sito delle rispettive borse.
La nuova società bancaria ha adottato il modello di Governance duale, sistema di derivazione germanica, introdotto con la Riforma del diritto societario del 2003, che vede la compresenza di un Consiglio di sorveglianza (che esercita molti poteri tradizionalmente riservati all'assemblea) e di un Consiglio di gestione. In Italia, è la prima applicazione di questo modello in società di grandi dimensioni.
La banca svolge un ruolo importante nel sostegno alla cultura, all'arte e all'economia. Per poter servire meglio le diverse zone del paese si è data una particolare organizzazione definita banca dei territori. In questo contesto risulta importante la sua presenza nel Mezzogiorno di Italia con più di 1000 sportelli e la presenza della sua partecipata il Banco di Napoli. Il suo sostegno all'economia del Sud trova anche un supporto nell'attività promossa, insieme alla Compagnia di San Paolo e all'Istituto Banco di Napoli - Fondazione, di studi e ricerche per il territorio meridionale affidato all'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno con sede a Napoli.
Nel 2007, a seguito della fusione tra Sanpaolo IMI e Banca Intesa, per motivi antitrust Intesa Sanpaolo è stata costretta a cedere il controllo delle banche al dettaglio Cariparma e Banca Popolare FriulAdria (654 sportelli in tutto) che sono state cedute al Crédit Agricole, già azionista di Intesa Sanpaolo (con il 18%) fin dal 1990 (Banco Ambrosiano).
Sempre a seguito della fusione tra Sanpaolo e Intesa, Banca Intesa ha sciolto la joint-venture con Crédit Agricole Caam Sgr (Credit Agricole Asset Management Sgr) riacquistando il 65 % di Nextra Investment Management, ceduto ai francesi nel dicembre 2005.
La banca è azionista in Telco, la holding che da ottobre 2007 possiede la maggioranza relativa di Telecom Italia. Dal dicembre 2007 è stato perfezionato un accordo con Noverca per la costituzione di una società per la gestione di servizi di telefonia per i clienti della Banca
Nel 2008 si è perfezionata l'OPA nei confronti della Cassa di Risparmio di Firenze, che successivamente è stata delistata.
Nel 2010 ha superato lo "stress test" effettuato dal Committee of European Banking Supervisors (CEBS). Il test analizzava la solidità patrimoniale degli istituti bancari per verificare le capacità di resistenza alle crisi.
A ottobre 2010 Intesa SanPaolo ha rilevato il 79% di Banca Monte Parma, con un investimento complessivo massimo di circa 230 milioni di euro[2].
Nel 2011 la Cassa di Risparmio della Spezia (CARISPE) è stata ceduto al gruppo Cariparma / Credit Agricole
Nel mese di Dicembre 2011 Intesa Sanpaolo ha comunicato che nel corso del 2012 è prevista tramite l'accorpamento delle attuali banche dell'Umbria la creazione della C.R Umbria

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