07 dicembre, 2011

Sensazionali scoperte sotto la sede della Provincia di Roma


Sensazionali scoperte sotto la sede della Provincia di Roma

"Ci sono buone possibilità" che le scoperte archeologiche fatte sotto Palazzo Valentini appartengano al Tempio del divo Traiano e della consorte Plotina. Ad aprire a questa "ipotesi di lavoro molto ben fondata e ben costruita" è Eugenio La Rocca, archeologo e direttore degli scavi, che oggi insieme al presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e a Piero Angela ha presentato il risultato dei lavori, oltre ad un nuovo allestimento in 3D che si aggiunge al percorso multimediale delle Domus Romane sotto Palazzo Valentini grazie a cui si potrà vivere la colonna Traiana come un film e vederla collocata nel suo contesto originario.

"Ovviamente - precisa La Rocca - ci sarà bisogno di ulteriori indagini per poter giungere ad un risultato finale. Ma già da ora possiamo dire che le scoperte sono talmente eccezionali, le strutture sono in asse con la colonna Traiana, sono colossali e sono stati trovati resti di colonne in granito grigio egiziano: tutto questo già indica che ci troviamo di fronte a un monumento di straordinaria importanza". Ovvero il Tempio del divo Traiano, un edificio elevato su un podio alto, il cui nucleo era costituito da una serie di ambienti voltati, seminterrati, tra loro comunicanti, in parte ancora conservati, costituiti da strutture murarie di eccellente livello esecutivo e di notevole consistenza.

Il podio era sostenuto da una possente platea in opera cementizia perfettamente orientata con le strutture del Foro traiano. Il tempio sarebbe stato dedicato da Adriano al suo predecessore Traiano, morto nel 117 dopo Cristo, chiudendo il lato Nord del Foro.

"Siamo orgogliosi - afferma il presidente Zingaretti - di aver concluso questo ciclo degli scavi sotto Palazzo Valentini, uno dei pochi luoghi al mondo dove si coniugano l' amore per l' archeologia e le nuove tecnologie. Non ci siamo soffermati solo sulla scoperta, ma l'abbiamo voluta valorizzare e renderla fruibile ed accessibile al pubblico. È un luogo che da oggi consegniamo alla città e, visto che si tratta di Roma, a tutto il mondo".

Piero Angela ha spiegato invece il nuovo percorso multimediale realizzato insieme a Paco Lanciano, grazie a cui da una parte si potrà vedere il ' film' raccontato dai bassorilievi della colonna Traiana, ovvero la campagna in Dacia, e da un'altra si potrà vedere grazie ad un ologramma la zona che circondava la Colonna, con la basilica Ulpia e le due biblioteche.

"La scoperta per noi profani è la colonna Traiana - conclude Piero Angela - poi c'è la scoperta archeologica importantissima di quello che probabilmente è il tempio di Traiano. Scopriamo un monumento che è, vedendolo da vicino, un film dell' epoca. La spirale attorno alla colonna è come un nastro cinematografico che racconta una campagna militare molto importante di Traiano che ha conquistato la Romania di oggi".

Va detto che le scoperte illustrate oggi scaturiscono dal lavoro degli archeologi della Provincia di Roma, impegnati dal 2006 negli scavi sotto la sede della Provincia di Roma. Gli archeologi hanno rinvenuto solo qualche mese fa i resti di una struttura colossale, complessa, adiacente il cortile della Colonna Traiana e orientata sull’asse del Foro, un monumento sicuramente pubblico di altissima valenza e significato.

Come detto non si può al momento stabilire con assoluta sicurezza l’identità del monumento. La suggestione – come già accennato – è che possa trattarsi di quel fantomatico tempio del divo Traiano, tanto a lungo cercato dagli studiosi della topografia di Roma imperiale, è comunque forte. La scoperta è avvenuta in seguito a un sondaggio condotto in occasione dell’allestimento della ex Sala mensa, attualmente reintitolata Sala Egon von Fürstenberg.

L’ipotetica ricostruzione, fatta da esperti accreditati, parla – come già illustrato – di un edificio elevato su un alto podio, il cui nucleo era costituito da una serie di ambienti voltati, seminterrati, tra loro comunicanti, in parte ancora conservati, costituiti da strutture murarie di eccellente livello esecutivo e di notevole consistenza, che i bolli laterizi rinvenuti permettono di inquadrare nella prima età adrianea.

Il podio era sostenuto da una possente platea in opera cementizia, caratterizzata da un’accurata tecnica esecutiva e perfettamente orientata con le strutture del Foro Traiano che, annegando al di sotto dei resti di edifici e di assi viari dell’epoca pre-traianea, rialzava l’area portandola al livello della grande piazza del Foro.

Una serie di setti murari in grandi blocchi di travertino, alternati a simili blocchi in peperino, anch’essi coerenti con l’orientamento del Foro Traiano, alloggiati sulla platea, dovevano sostenere l’enorme peso di colonne monolitiche in granito grigio di dimensioni colossali, pertinenti presumibilmente all’edificio, alcune delle quali sono state rinvenute a scavi appena avviati.

Ulteriori sondaggi sotto il palazzo potranno avvalorare la tesi che si tratti del Tempio di Traiano. Si sa infatti che l’imperatore Adriano dedicò il templum al suo predecessore defunto e alla sua consorte Plotina. Tale tempio, di cui sin dal Cinquecento si era ipotizzata l’esistenza, avrebbe completato e concluso verso Nord il magnifico ed enorme complesso del Foro Traiano.

L’impostazione della fondazione con una rete regolare di ambienti voltati in laterizio non ha confronti di simile portata. Tale peculiarità e la prossimità dell’edificio alla facciata del cortile della Colonna Traiana, dove è da presumere che fosse ubicato l’accesso al Foro di Traiano, sono tra i principali argomenti di serrata discussione tra gli esperti, ai quali è demandato il compito finale di trarre le dovute conclusioni da queste insperate scoperte.

Il prosieguo degli scavi nei sotterranei di Palazzo Valentini permetterà di avvalorare o smentire l’ipotesi e in tal modo ricostruire con sicurezza la realtà storica e archeologica del sito e di aggiungere un nuovo, importante tassello, alla conoscenza di uno dei punti nodali, ma anche dei più oscuri, nella topografia della Roma antica.

Attualmente l’impatto visivo dei ritrovamenti è comunque notevole: l’effetto delle gigantesche colonne di granito crollate nei vani sotterranei del palazzo della Provincia, non possono lasciare indifferenti, malgrado i molti elementi ancora irrisolti, come simbolo tangibile della memoria imperitura di Roma imperiale.

LA COLONNA TRAIANA TORNA A VIVERE IN 3D

Per rendere più accattivante l’area limitrofa al posto in cui sono stati effettuati i ritrovamenti, quindi proprio vicino alla Colonna Traiana, l’attuale percorso multimediale delle Domus Romane sotto Palazzo Valentini si è arricchito di un nuovo allestimento.

Questa volta l’equipe di Piero Angela e Paco Lanciano ha ideato una ricostruzione virtuale per offrire al visitatore le immagini e le emozioni di chi si trovava in questi luoghi duemila anni fa, descrivendo in particolare le storie impresse nella Colonna Traiana e i suoi segreti. Grazie a ricostruzioni virtuali di grafica computerizzata, infatti, la Colonna tornerà ad apparire nel contesto in cui si trovava all’epoca.

L’allestimento del primo spazio permette di raccontare la campagna di Traiano in Dacia e i singoli episodi descritti nei bassorilievi della Colonna coclide. Nella sala viene costruita una riproduzione a grandezza naturale della Colonna, che va da terra al soffitto, e che appare come una effettiva riproduzione tridimensionale della Colonna, di forma cilindrica e di diametro comparabile con l’originale. Sulla colonna vengono proiettate porzioni della colonna reale a scala 1/1.

In questo modo è possibile osservare le scene originali sulla struttura cilindrica e al tempo stesso seguirne la descrizione. Le immagini scorreranno come se il visitatore si muovesse su uno speciale ascensore che gira e ruota attorno alla Colonna, fermandosi ogni tanto davanti alle scene più rappresentative. Ad ogni sosta dell’ascensore il filmato dei bassorilievi si animerà sottolineando con effetti grafici le scene via via descritte.

Il filmato è realizzato in modo tale da dare l’impressione al visitatore di salire e scendere lungo la Colonna, per poterne osservare i dettagli a tutte le altezze.

Davanti alla colonna uno speciale vetro su cui è possibile proiettare immagini permette di visualizzare un viaggio nelle ricostruzioni virtuali del cortile della Colonna, tra la Basilica Ulpia e le Biblioteche, analogo a quanto realizzato per le Domus e per le Piccole Terme. Il modello e i rendering vengono realizzati con la collaborazione dell’ing. Capasso, come nei casi precedenti, e il filmato è proiettato con effetto immersivo.

La Colonna contiene un racconto avvincente e descritto con infinità di particolari. Questo racconto costituisce il filo conduttore del viaggio che faranno i visitatori alla scoperta dei suoi segreti dei bassorilievi, che raccontano, come in una serie di istantanee, la campagna di Traiano in Dacia, l’attuale Romania. Un racconto che permette di rivedere tutte le fasi di una campagna militare: dalla partenza al trionfo finale, attraverso le marce, i combattimenti, le tattiche e anche le atrocità di una guerra di duemila anni fa.

In un secondo ambiente viene realizzato un exhibit con effetto di un grande “ologramma” della zona che circonda la Colonna Traiana, in particolare del piazzale della Colonna, della Basilica Ulpia e delle due Biblioteche.

Questo exhibit, delle dimensioni di 2,5 metri per 2,5 metri per 3 metri ha la caratteristica speciale di mostrare in tre dimensioni sia come è oggi il territorio attorno alla Colonna, con le poche colonne della Basilica Ulpia in parte ricostruite, sia come era al tempo della costruzione del Foro di Traiano.

Si tratta di un effetto “olografico”, che permette ai visitatori di riconoscere lo spazio attualmente visitabile attorno alla Colonna e al tempo stesso di immaginare come poteva essere al momento della sua massima magnificenza. Un attento gioco di luci permette ai due panorami di apparire, sparire e compenetrarsi.

Anche in questo caso il commento di Piero Angela, accompagnato da musiche evocative appositamente scelte, è registrato in varie lingue. Tutto il sistema, realizzato con proiettori e riflettori, è analogo a quello delle precedenti sale ed è regolato automaticamente da una catena di computer, collegati a un computer centrale.

Alla conferenza stampa hanno partecipato - oltre al presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, al giornalista e scrittore Piero Angela e al direttore degli scavi prof. Eugenio La Rocca – il direttore scientifico del progetto Roberto Del Signore e l’archeologa della Provincia di Roma, Paola Baldassarri.

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