13 ottobre, 2011

PROMEMORIA 13 ottobre 1972 – Disastro aereo delle Ande


Disastro aereo delle Ande
Con l'espressione "disastro aereo delle Ande" ci si riferisce all'incidente aereo avvenuto sulla Cordigliera delle Ande il 13 ottobre 1972 e ai drammatici avvenimenti successivi fino al salvataggio dei sopravvissuti alla vigilia di Natale dello stesso anno; nell'incidente e nel periodo seguente persero la vita 29 persone mentre sopravvissero in 16.
Così l'aereo deviò di 90 gradi verso nord, ma le montagne non erano ancora state superate, e anzi l'aereo si diresse proprio contro le montagne più alte che si distendevano a nord del passo.
Così, tuffandosi nelle nuvole mentre stava ancora sorvolando le montagne (zona successivamente identificata tra il Cerro Sosneado e il vulcano Tinguiririca), il Fokker incontrò prima una immane turbolenza che lo fece scendere improvvisamente di qualche centinaia di metri. A questo punto le nuvole si erano diradate e sia il pilota che i passeggeri poterono vedere che stavano volando in mezzo alle cime delle montagne che si trovavano vicinissime. Accortosi dell'errore, Lagurara spinse al massimo i motori e cercò di far alzare l'aereo, ma ormai era troppo tardi: alle 15.31 circa l'ala destra dell'aereo colpì la cima di una montagna a circa 4200 metri di quota. Nell'urto l'aereo perse l'ala destra che ruotando tagliò via la coda dell'aereo, all'altezza della cambusa, che si staccò portando con sé alcuni passeggeri; inoltre l'elica del motore destro perforò la fusoliera. L'aereo, senza ala né coda, perse rapidamente quota e colpì un altro spuntone roccioso perdendo anche l'ala sinistra, mentre la fusoliera continuava il suo volo. Fortunatamente la fusoliera toccò terra di piatto su un ripido pendio coperto di neve avente pendenza quasi uguale alla traiettoria della fusoliera. L'aereo scivolò lungo il pendio per circa due chilometri, diminuendo gradualmente la sua velocità fino a fermarsi improvvisamente nella neve con un violento impatto in un punto del pendio. La coda dell'aereo terminò invece la sua corsa più in basso lungo lo stesso pendio.
L'aereo si era fermato alla quota, successivamente verificata, di 3657 metri; tuttavia nell'incidente l'altimetro dell'aereo si era sfasato e segnava la quota di 2133 metri. Questo fatto fu determinante nello svolgimento degli avvenimenti successivi insieme alle informazioni errate che il pilota Lagurara diede prima di morire a causa delle ferite riportate nello schianto dell'aereo alla fine della scivolata sul pendio: le sue ultime parole, ripetute più volte, furono infatti: «abbiamo superato Curicò». Quindi, basandosi su queste due informazioni, errate ma convergenti, i sopravvissuti credettero erroneamente di trovarsi oltre la zona più alta della Cordigliera, nella zona pedemontana già in Cile. Invece si trovavano a est dello spartiacque andino, ancora in Argentina, e per la precisione nel territorio municipale di Malargüe (Dipartimento di Malargüe, Provincia di Mendoza). Di qui derivò la speranza dei sopravvissuti di riuscire a portare a termine con successo una spedizione verso ovest alla ricerca di aiuti.

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