04 febbraio, 2011

A Palazzo Valentini la mostra “Piero Pesce – XX Secolo”


A Palazzo Valentini la mostra “Piero Pesce – XX Secolo”

Palazzo Valentini ospita la mostra “Piero Pesce – XX Secolo”, che sarà inaugurata oggi, giovedì 2 febbraio a partire dalle ore 17:30, e resterà aperta con ingresso libero fino al 14 febbraio prossimo.
La mostra - allestita presso la Sala Egon von Fürstenberg (via IV Novembre, 119/A - 00187 Roma) - si potrà visitare nei seguenti orari: lunedì/venerdì ore 10:00 /19:00 - sabato ore 10:00/13:00 - domenica e festivi chiuso.

L’artista Piero Pesce, recuperando la carica provocatoria del movimento Dada (Zurigo 1916-1920) e il cinismo graffiante della Pop Art (Gran Bretagna fine degli anni ’50 – USA anni ’60), rivolge la sua attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi. Vicino alla corrente internazionale e postmoderna del NeoPop, miscela i simboli di culture diverse rimandando al grafitismo urbano, al mondo dell’underground, ma anche ai fumetti e al web design.

Le opere dell’installazione “XX Secolo” sono realizzate con assemblaggi di cubi di Rubik raffiguranti soggetti tratti dall’universo mediatico, icone del quotidiano note a tutti e riconoscibili. L’artista è un puro manipolatore e come tale, usando il cubo come base da dipingere, sottolinea il valore concettuale delle sue opere. Non solo i più disparati soggetti sono costretti a coabitare in un improbabile spazio comune, in un riassuntivo condominio virtuale, ma in aggiunta la loro immagine è dipinta sulle facce di questi cubi, cioè su tasselli rotanti che possono far ottenere 43 miliardi di miliardi di combinazioni.

L’istallazione, di fatto, può essere considerata il suo metodo risolutivo del Cubo di Rubik, anche se avulso dalle complesse teorie matematiche. Piero Pesce si distacca intenzionalmente dai miti e dalle storie che hanno caratterizzato lo scorso secolo, non dimostrando condivisione con i soggetti che rappresenta. Li affolla, invece, e li contrappone amalgamando il vero al fantastico e inseguendo, in questo modo, l’utopia della cancellazione. I suoi oggetti diventano forma, ma invece di diventare più veri mettono in crisi un’iconologia socialmente accettata di significati e di simboli.
Scorrendo le sue immagini sembra di ritornare sulle pagine de “Il secolo breve. 1914-1991” di Eric Hobsbawm (1994), come gigantesca sintesi del Novecento. In questo libro, come nelle opere di Pesce, si parla della fine dell’eurocentrismo, della globalizzazione, della disintegrazione dei vecchi modelli di relazioni umane e sociali, considerando come soggetti non i singoli stati, ma le grandi aree geo-politiche: il Primo, il Secondo e il Terzo Mondo.

Attraverso il linguaggio critico e ludico che lo caratterizza, anche la carrellata di personaggi e simboli che l’artista propone rappresenta un grande riassunto del secolo che ci siamo lasciati alla spalle, con le sue contraddizioni, con le sue star, con il suo modo nuovo di vivere il pianeta. Nelle sue opere tutto sembra mescolarsi, ricombinarsi, riprodursi, nascondersi e riaffacciarsi seguendo il gioco delle possibilità o meglio la legge statistica delle probabilità. Le minuscole facce del Cubo di Rubik creano un muro fantastico, uno schermo fisso, una realtà che da virtuale diventa concreta e bidimensionale. Se dunque il muro di Berlino è caduto, ecco sorgerne un altro, una specie di barriera che attrae e respinge. Lo spettatore entra di diritto a far parte della scena personificando se stesso e partecipa ad una performance destinata sia ai principianti che ai giocatori più esperti.

La grande lezione delle avanguardie storiche del Novecento arriva fino a noi in veste contemporanea e concettuale. Anche questa è in fondo un’eredità del XX Secolo: un nuovo approccio nel fare arte e nel fruirla, un’apertura a 360° verso il mondo in cui viviamo e che solo ora possiamo percorrere contemporaneamente sia in senso geografico che in senso storico. Questo piccolo cubo sfaccettato rappresenta in realtà la mente umana: duttile, variegata, creativa, seppure saldata ad un ingranaggio centrale che la mantiene unitaria. Piero Pesce ha realizzato le sue prime opere con il cubo di Rubik negli anni Novanta e nel 2001 le ha esposte a Parigi in ambito museale.


Piero Pesce - XX Secolo
a cura di Francesca Pietracci

Inaugurazione e cocktail - 2 febbraio 2011 ore 17:30/20:00
durata 2/14 febbraio 2011 - ingresso libero – catalogo italiano/inglese

Palazzo Valentini - Sala Egon von Fürstenberg - via IV Novembre, 119/A - 00187 Roma
Orario apertura lunedì/venerdì ore 10:00 /19:00 - sabato ore 10:00/13:00 - domenica e festivi chiuso

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