06 dicembre, 2010

PROMEMORIA 6 dicembre 1994 - Il giudice simbolo di Mani Pulite, Antonio di Pietro, si dimette da magistrato.


Il giudice simbolo di Mani Pulite, Antonio di Pietro, si dimette da magistrato.
Antonio Di Pietro (Montenero di Bisaccia, 2 ottobre 1950) è un politico, avvocato ed ex magistrato italiano.
Ha fatto parte del pool di Mani Pulite come pubblico ministero; nel 1996 è entrato in politica, e nel 1998 ha fondato il movimento Italia dei Valori.
Dal punto di vista ideologico Di Pietro ha sempre dichiarato la sua estrazione cattolica e il suo non essere né di destra né di sinistra, in un rifuggire dagli estremi che lo porta a considerarsi un liberale e un uomo di centro.
Il 6 dicembre del 1994, poco prima che si riuscisse a tenere alla Procura di Milano l'interrogatorio, che era previsto per il 26 novembre, dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, indagato per corruzione, si dimetterà dalla magistratura. La spiegazione resa all'epoca fu quella di voler evitare "di essere tirato per la giacca", ma sul dettaglio si susseguirono nel tempo dallo stesso interessato varie versioni: Di Pietro prima addusse l'esigenza che i veleni sul suo conto - dal "poker d'assi" di Rino Formica al dossier de "Il Sabato", dall'inchiesta del GICO sull'autosalone di via Salomone alle indagini bresciane attivate dalle denunce degli inquisiti - non danneggiassero l'immagine della Procura di Milano. Successivamente lamentò come ragione scatenante la fuga di notizie sul mandato di cattura a Berlusconi, reso noto durante la conferenza di Napoli sul crimine transnazionale mentre Di Pietro si trovava a Parigi per rogatorie internazionali.
Una sentenza[9] assolutoria nei confronti di diversi imputati, tra cui Paolo Berlusconi e Cesare Previti, accusati di aver fatto indebite pressioni affinché Di Pietro abbandonasse la magistratura, ha sostenuto che Di Pietro si fosse già determinato a lasciare la toga, presumibilmente per darsi alla politica, quando venne avanzata la richiesta di interrogare Silvio Berlusconi. La sentenza afferma anche che alcuni fatti ascrivibili al magistrato potevano presentare rilevanza disciplinar

Nessun commento: