25 giugno, 2010

PROMEMORIA 25 giugno 1946 - Viene insediata l'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana con Giuseppe Saragat alla presidenza


Viene insediata l'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana con Giuseppe Saragat alla presidenza.
L'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana fu l'organo preposto alla stesura di una Costituzione per la neonata Repubblica. Le sedute si svolsero fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948.

Cronologia

Il 2 giugno 1946 si celebrarono libere elezioni, le prime dal 1924. Avevano diritto di voto tutti gli italiani maggiorenni (allora a 21 anni di età), maschi e, per la prima volta, femmine.
Vennero consegnate contestualmente agli elettori la scheda per la scelta fra Monarchia e Repubblica, il cosiddetto Referendum istituzionale, e quella per l'elezione dei deputati dell'Assemblea Costituente, a cui sarà affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98 del 16 marzo 1946.
Il referendum istituzionale venne vinto dalla Repubblica con circa 12 milioni e 700mila voti, contro 10 milioni e 700mila per la monarchia. Umberto II di Savoia, Re d'Italia subentrato in seguito all'abdicazione del padre Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1946, il 13 giugno 1946 lasciò il Paese con la sua famiglia diretto all'esilio.
Il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la vittoria della Repubblica.
Il meccanismo elettorale dell'assemblea Costituente era proporzionale a liste concorrenti in 32 collegi elettorali plurinominali. La legge elettorale prevedeva l'elezione di 573 deputati, ma le elezioni non si poterono svolgere nelle aree di Bolzano, Trieste e della Venezia Giulia, non ancora sotto la piena sovranità italiana. Risultarono quindi eletti, in seguito alle elezioni, 556 costituenti.
Il 25 giugno 1946 venne insediata l'Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza. Come suo primo atto, il 28 giugno elesse come Capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola. Su 504 votanti, De Nicola (PLI) ottenne 396 voti, Cipriano Facchinetti (PRI) 40, Ottavia Penna Buscemi (UQ) 32, Vittorio Emanuele Orlando (sin.storica) 12, Carlo Sforza (PRI) 2, Alcide De Gasperi (DC) 1, Alfredo Proja (DC) 1. Le schede bianche furono 14, le nulle 6.
Come previsto dal Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98/1946, l'Assemblea aveva innanzitutto il compito di redigere la nuova costituzione. Essa, però, aveva anche altri tre compiti: votare la fiducia al governo, approvare le leggi di bilancio e ratificare i trattati internazionali. Le funzioni legislative erano formalmente assegnate al Governo, ma in virtù delle tradizioni parlamentari prefasciste questo rimise spesso i provvedimenti legislativi più importanti all'Assemblea Costituente.
L'Assemblea nominò al suo interno una Commissione per la Costituzione, composta di 75 membri, incaricati di stendere il progetto generale della costituzione. La Commissione si suddivise a sua volta in tre sottocommissioni:
diritti e doveri dei cittadini, presieduta da Umberto Tupini (DC);
organizzazione costituzionale dello Stato, presieduta da Umberto Terracini (PCI);
rapporti economici e sociali, presieduta da Gustavo Ghidini (PSI).
Un più ristretto Comitato di redazione (o Comitato dei diciotto) si occupò di redigere la costituzione, coordinando ed armonizzando i lavori delle tre commissioni. La Commissione dei 75 terminò i suoi lavori il 12 gennaio 1947 ed il 4 marzo cominciò il dibattito in aula del testo. Il testo finale della Costituzione della Repubblica Italiana fu definitivamente approvato il 22 dicembre 1947.
L'Assemblea Costituente votò la fiducia ai Governi De Gasperi II, III e IV, approvò le leggi di bilancio per il 1947 e 1948 e ratificò i trattati di pace, firmati a Parigi il 10 febbraio 1947.

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