10 giugno, 2010

PROMEMORIA 10 giugno 1924 - Delitto Matteotti: Giacomo Matteotti viene rapito e in seguito assassinato da alcuni sicari fascisti.


Delitto Matteotti: Giacomo Matteotti viene rapito e in seguito assassinato da alcuni sicari fascisti.

Il rapimento e l'omicidio

Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti fu rapito a Roma. Il suo corpo fu ritrovato in stato di decomposizione il 16 agosto alla macchia della Quartarella, un bosco nel comune di Riano a 25 km da Roma.
A tutt'oggi il rapimento e il successivo assassinio di Matteotti presentano numerosi lati oscuri. Per quanto è stato possibile ricostruire - pur permanendo aspetti lacunosi - la dinamica dovrebbe essere stata la seguente: alle ore 16.15 del 10 giugno Matteotti uscì di casa a piedi per dirigersi verso Montecitorio. La giornata era lucida, di prima estate: la temperatura sfiorava i 29 gradi all'ombra. Fu proprio il clima da estate incipiente che probabilmente indusse il deputato unitario a variare il suo abituale percorso. Scelse, infatti, di percorrere il lungotevere Arnaldo da Brescia (per poi tagliare verso Montecitorio), piuttosto che incamminarsi lungo la via Flamina per poi raggiungere il Corso attraverso gli archi di Porta del Popolo. Sotto i platani era ferma un'auto con a bordo alcuni membri della polizia politica: Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo, i quali, appena videro passare il parlamentare socialista, scesero dall'auto, gli balzarono addosso e lo caricarono velocemente a bordo.
Contrariamente agli auspici degli squadristi, molti testimoni assistettero alla furiosa colluttazione o, quantomeno, osservarono importanti dettagli. Alcuni di questi collaborarono successivamente alle indagini. In particolare, la macchina nera (una Lancia Kappa presa a noleggio) fu notata da due bambini che stavano giocando nelle vicinanze. Avvicinatisi al veicolo, vennero scacciati da alcuni componenti della banda con estrema durezza. Poco lontano, invece, alcuni impiegati stavano recandosi sulla riva del Tevere per potersi fare un bagno.
Matteotti riuscì nelle fasi convulse della lotta a gettare in terra la tessera da parlamentare, nella speranza che qualcuno vedendola potesse lanciare l'allarme. In macchina nel frattempo i sicari fascisti avrebbero sottoposto Matteotti ad un pestaggio. Giuseppe Viola, dopo qualche tempo, estrasse un coltello e colpì la vittima sotto l'ascella e al torace uccidendola.

Per sbarazzarsi del corpo i cinque girovagarono per la campagna romana, fino a raggiungere verso sera la Macchia della Quartarella, un bosco nel comune di Riano a 25 km da Roma. Qui, servendosi del cric dell'auto, seppellirono il cadavere piegato in due.
Il corpo di Matteotti fu ritrovato dal cane di un guardiacaccia[senza fonte] il 16 agosto. Sul luogo del ritrovamento è stato eretto un monumento in ricordo del politico.

Nessun commento: