01 giugno, 2010

PROMEMORIA 1 giugno 1967 - Viene pubblicato in Inghilterra Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles


Viene pubblicato in Inghilterra Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles.
Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band è l'ottavo album della discografia ufficiale dei Beatles.
Messo in commercio giovedì 1 giugno 1967, è fra i più famosi della storia del rock e uno dei primi concept album della musica pop. Sgt. Pepper occupa la prima posizione nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi pubblicata dalla rivista Rolling Stone. L'album vinse un Grammy Award nel 1968 come miglior album dell'anno.

La copertina
La copertina di Sgt. Pepper's, realizzata da Jann Haworth e da Peter Blake e vincitrice del premio Grammy per la miglior copertina da album nel 1968, svolge un ruolo centrale nella nuova "prospettiva del mondo" proposta dai Beatles. I quattro artisti mettono insieme i loro personaggi simbolo, fra cui Albert Einstein, Marlon Brando, Karl Marx, Edgar Allan Poe, Sonny Liston, Lenny Bruce e Aleister Crowley. Questa celebre copertina fu in seguito parodiata da altri artisti tra i quali Frank Zappa nel suo We're Only in It for the Money, nonché da società operanti nel settore dell'intrattenimento audiovisivo, quali Warner Bros e Geffen Records. Tra i personaggi messi in lista da Lennon, poi scartati, anche Gesù, Adolf Hitler e Gandhi.
Ovviamente si presentò il problema del copyright. Per questa ragione i capi della EMI – Sir Joseph Lockwood in testa – bocciarono il progetto senz’appello. Ma viste le insistenze dei quattro Beatles, la EMI decise di non ostacolare l’idea, declinando allo stesso tempo qualsiasi responsabilità giudiziaria o finanziaria e comunque ponendo il veto assoluto su Gandhi e Hitler. Tutti i personaggi furono contattati e, nonostante i timori, gli interpellati rilasciarono il loro consenso, dichiarando di essere ben contenti di apparire e di non voler alcun compenso economico. Il solo Leo Gorcey richiese 500 dollari in cambio, e perciò fu estromesso dalla lista. Altra questione si pose per Mae West, che in prima battuta negò l'autorizzazione rifiutandosi di stare in un “Club per cuori solitari”. I Beatles le scrissero personalmente dichiarandosi grandi ammiratori della star americana, e la West si convinse ad accettare.
Anche il retro della copertina ha un suo significato. Per la prima volta un gruppo inseriva infatti nella copertina i testi delle sue canzoni. Inoltre il fatto che dei quattro solo Paul fosse fotografato di spalle fu una delle fantomatiche "prove" della teoria Paul is dead (che Paul fosse cioè morto durante le registrazioni dell'album). Secondo alcuni fan, la persona ripresa di spalle non sarebbe stato Paul ma un sostituto – c’è chi ipotizza che potesse trattarsi di un amico e collaboratore dei Beatles, Mal Evans. Questa teoria viene però contestata, fra gli altri, da Bill Harry, che smentisce senza esitazione affermando che tutte le altre immagini scattate durante lo stesso servizio fotografico dimostrano inequivocabilmente la presenza di Paul McCartney al provino.
L'idea iniziale, inoltre, era quella di includere vari gadget insieme con l'album. Baffi finti, toppe di stoffa come quelle presenti sugli abiti dei Beatles in copertina. Ma i costi previsti per un'iniziativa del genere erano troppo alti, così si decise semplicemente di stampare gli oggetti che si volevano includere (baffi, gradi da sergente, il logo del Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band) su una pagina della copertina, che i fan avrebbero potuto in seguito ritagliare.

Personaggi e oggetti in copertina
Partendo dalla fila più alta, da destra, sono presenti: Sri Yukteswar (guru), Aleister Crowley (occultista), Mae West (attrice), Lenny Bruce (comico), Karlheinz Stockhausen (compositore d'avanguardia), W.C. Fields (comico), Carl Gustav Jung (psichiatra), Edgar Allan Poe (scrittore), Fred Astaire (ballerino e attore), Richard Merkin (pittore contemporaneo americano), una "Varga Girl" (illustrazione di Alberto Vargas), Huntz Hall (attore), Simon Rodia (creatore delle Watts Towers) e Bob Dylan (musicista). Lo spazio vuoto fra la "Varga Girl" e Hall era originariamente occupato da Leo Gorcey, successivamente eliminato per aver chiesto un compenso in danaro.
In terza fila troviamo: Aubrey Beardsley (illustratore e dandy del XIX secolo), Sir Robert Peel (politico), Aldous Huxley (scrittore), Dylan Thomas (poeta), Terry Southern (scrittore), Dion Di Mucci (cantante), Tony Curtis (attore), Wallace Berman (artista), Tommy Handley (comico), Marilyn Monroe (attrice), William Burroughs (scrittore), Sri Mahavatar Babaji (guru), Stan Laurel (Stanlio) (comico), Richard Lindner (artista), Oliver Hardy (Ollio) (comico), Karl Marx (filosofo politico), Herbert George Wells (scrittore), Sri Paramahansa Yogananda (guru), Sigmund Freud (psicanalista) e il profilo di una persona anonima.
Nella seconda fila: l'ex-Beatle Stuart Sutcliffe, un'altra persona anonima, Max Miller (comico), la Petty Girl (dell’artista George Petty), Marlon Brando (attore), Tom Mix (attore), Oscar Wilde (scrittore), Tyrone Power (attore), Larry Bell (artista), David Livingstone (esploratore), Johnny Weissmuller (attore), Stephen Crane (scrittore), James Dean (attore), Issy Bonn (comico), George Bernard Shaw (scrittore), Horace Clifford Westermann (scultore), Albert Stubbins (calciatore del Liverpool), Sri Lahiri Mahasaya (guru), Lewis Carroll (scrittore), Lawrence d'Arabia.
Infine, in prima fila: la statua di cera di Sonny Liston (pugile), un'altra Petty Girl, le statue di cera di George Harrison e John Lennon, Shirley Temple (attrice), le statue di cera di Ringo Starr e Paul McCartney, Albert Einstein (scienziato), i quattro Beatles, Bobby Breen (cantante), Marlene Dietrich (attrice), un soldato americano, Diana Dors (attrice), Shirley Temple (per la seconda volta). Sopra la testa della Dors in origine si trovava il viso di Gandhi, escluso per volere di Sir Joseph Lockwood, dirigente EMI, preoccupato delle possibili ripercussioni negative sul mercato indiano.
Diversi personaggi che erano stati scelti all’inizio non apparvero nel collage finale. Fra essi, Brigitte Bardot, René Magritte, Alfred Jarry, Friedrich Nietzsche, Gesù Cristo e Adolf Hitler, gli ultimi due depennati per paura di provocare controversie[9].
Altri oggetti rappresentati sono poi: una bambola di pezza (opera di Jann Haworth), un’altra bambola di pezza (appartenente ad Adam Cooper, figlio del fotografo Michael Cooper[10]) raffigurante Shirley Temple che indossa una maglietta con la scritta "Welcome The Rolling Stones", un candeliere messicano di ceramica noto come Albero della Vita di Metepec, una televisione, due figure in pietra, una statua proveniente dalla casa di John Lennon, un trofeo, una bambola indiana raffigurante la divinità Lakshmi, la pelle di tamburo disegnata da Joe Ephgrave, un hookah (pipa ad acqua), un serpente di velluto, una figura in pietra giapponese, una statuetta di Biancaneve, un apparecchio televisivo portatile, un nano da giardino, un flicorno. Sfuggite al controllo dei dirigenti della EMI, nel clima culturale dell’epoca le frasche alla base del tamburo furono identificate dai fan come piantine di marijuana. Si trattava invece di piante di peperoncino.

I brani
L'album comincia con un brusio di sottofondo, apparentemente in un teatro, con voci di spettatori che attendono un'orchestra che accorda i suoi strumenti. Questo preludio introduce la finzione che guida l'album, ovvero che a suonare non siano i Beatles ma la "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", che si introduce al pubblico nel primo brano, title track dell'album. Il concept della banda del sergente Pepe permise ai Beatles di rompere gli schemi di composizione e di immagine in cui erano stati imprigionati dalla loro celebrità di "bravi ragazzi" e che tutti si aspettavano in un nuovo album. Invece, il look dei "Baronetti" lascia posto a lunghe barbe e baffi, capelli ancora più lunghi di prima, vestiti coloratissimi ed eccentrici, espressione di una nuova e più libera cultura.
Ma sono soprattutto i testi più profondi e incisivi ad esprimere i nuovi modi di vedere la cultura, la droga, la religione, come è evidente già nei prime due brani, la title-track e With a Little Help from My Friends ("Con un piccolo aiuto dai miei amici"), il cui titolo iniziale era Bad Finger Boogie ("il boogie del dito dolente").
Lucy in the Sky with Diamonds ("Lucy nel cielo con diamanti"), diventerà famosa per una presunta allusione all'LSD. Scritta da Lennon nel tentativo di emulare lo stile sognante di Lewis Carroll, sarà una delle canzoni censurate dalla BBC (all'uscita dell'LP saranno quattro). Lennon sostenne in seguito che il titolo del brano (le cui iniziali sono appunto "LSD") fosse ispirato da un disegno di suo figlio Julian, che aveva ritratto la sua compagna di classe (Lucy) nel cielo con dei diamanti. Anche a causa del suo presunto significato allusivo, Lucy divenne in seguito uno dei brani più citati dell'album (tra l'altro dagli stessi Beatles e dai Pink Floyd in A Saucerful of Secrets).
La quarta canzone è Getting Better ("Va meglio"): il titolo nasce da un modo di dire di Jimmy Nicol, batterista che sostituì Ringo Starr nel 1964. Fixing a Hole ("aggiustare un buco"), quinta canzone, fu interpretata come un riferimento all'eroina (che nessuno dei Beatles in realtà aveva ancora provato[senza fonte]) e quindi censurata.
She's Leaving Home ("Lei se ne va di casa") è un inno degli anni sessanta al pari di America di Paul Simon e The Times They Are a-Changin' di Bob Dylan. L'atmosfera e l'armonia melanconica sono tra le più apprezzate dei Beatles, anche per via della particolare efficacia della collaborazione fra McCartney (autore della melodia principale e del testo) e Lennon (seconda voce). Gli arrangiamenti sono di Mike Leander.
Being For the Benefit of Mr. Kite! nacque dal tentativo scherzoso da parte di Lennon di trasformare in canzone un manifesto circense di età vittoriana che gli era capitato di vedere.
Within You Without You, scritta da George Harrison, è il secondo brano di Harrison chiaramente ispirato alla musica indiana, dopo Love you To sull'album Revolver.
La nona canzone When I'm Sixty-Four ("quando avrò sessantaquattro anni"), garbato esercizio vagamente dixieland di un McCartney ancora ventiquattrenne, ripulito per l'occasione e reso "adulto" da un basso particolarmente curato. Per la canzone McCartney si ispirò al padre – sessantaquattrenne all'epoca dell'uscita del disco – che in gioventù ebbe un complessino specializzato proprio in dixieland. Secondo Lennon, invece, venne scritta dal suo autore all'epoca del loro ingaggio al Cavern Club di Liverpool.
Lovely Rita ("bella Rita") è l'ennesima dimostrazione della versatilità di McCartney, scritta dopo uno scontro-incontro con una vigilessa. Secondo i sostenitori della leggenda della morte di Paul McCartney, Rita sarebbe l'autostoppista cui Paul diede un passaggio quel fatidico 9 novembre del 1966.
Good Morning Good Morning ("buon giorno buon giorno") di Lennon fu uno dei brani dell'album meno apprezzati dalla critica, e lo stesso Lennon in seguito ammise di non amarla; eppure ha un ruolo importante nell'introdurre il gran finale: il sergente Pepper riprende le vesti di gran cerimoniere e si lancia in un'infuocata reprise della title track, accelerata, che lascia poi spazio al brano che molti ritengono il capolavoro dell'album e il punto più alto della collaborazione Lennon-McCartney, ovvero A Day in the Life ("un giorno della vita"), il cui working title era In the Life Of.... Anche in questo brano molti lessero riferimenti alla droga in frasi che Lennon sostenne in seguito essere solo esercizi di nonsense: in particolare, molto noti sono i versi
(EN)
« I read the news today, oh boy / 4000 holes in Blackburn, Lancashire / and though the holes were rather small / they had to count them all / now they know how many holes it takes to fill the Albert Hall »
(IT)
« Ho letto il giornale oggi, ragazzi! / 4000 buchi a Blackburn, Lancashire / e sebbene i buchi fossero piuttosto piccoli / hanno dovuto contarli tutti / ora sanno quanti buchi ci vogliono per riempire l'Albert Hall »
(da A day in the life)
In seguito Lennon ammise che entrò in studio quel giorno con la strofa incompleta. Non sapeva che verbo mettere nella riga finale, e solo poco prima di registrare la parte vocale si decise, consigliato dall'amico Terry Doran, per "to fill" (riempire)

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