04 gennaio, 2010

PROMEMORIA 4 gennaio 1944 - Inizia la prima battaglia di Cassino che culminò con la distruzione del Monastero


Inizia la prima battaglia di Cassino che culminò con la distruzione del Monastero.
Con Battaglia di Montecassino si fa riferimento ad una serie di quattro battaglie combattute durante la seconda guerra mondiale dalle forze Alleate con l'intenzione di fare breccia nella Linea Gustav, assediare Roma e collegarsi con le forze alleate che rimanevano confinate nella zona di Anzio. Il teatro delle operazioni, che impegnò i due eserciti dal gennaio al maggio del 1944, comprendeva la città di Cassino, la valle del Liri e i rilievi che portano all'Abbazia di Montecassino, per una area di 20 km².

Prima battaglia di Montecassino

La prima battaglia iniziò il 12 gennaio 1944 e si protrasse fino al 12 febbraio e si svolse su due direttrici: nel primo tentativo di sfondare il fronte sul fiume Rapido gli Alleati condussero due attacchi diversivi sui fianchi, mentre l'attacco principale fu condotto al centro.

Alle 6,30 del 12 gennaio forze della Francia Libera (Divisione marocchina di Dody e 3 Divisione algerina) attaccarono a nord della strada Colli al Volturno-Atina, ma vennero respinte alle pendici del monte Santa Croce; altre forze francesi, invece, riuscirono a conquistare monte Monna Casale. Tra il 13 e il 15 gennaio vennero occupate Acquafondata e Sant'Elia Fiumerapido. Sempre il 15 gennaio la 36ª Divisione di fanteria USA conquistò il Monte Trocchio. Il 16 gennaio truppe marocchine della Francia Libera lanciarono un nuovo attacco per la conquista del monte Santa Croce ma non riuscirono ad espugnare le posizioni tedesche. Così l'attacco si esaurì intorno al 17 gennaio.
Sull'altro fianco, il 17 gennaio venne lanciato un attacco, preceduto da un fuoco d'artiglieria durato quattro ore, da parte delle forze britanniche: il piano inglese prevedeva che la 5ª Divisione di fanteria conquistasse Minturno e si spingesse poi lungo la direttrice della valle dell'Ausente, al centro dello schieramento, invece, la 56ª Divisione di fanteria doveva conquistare il caposaldo di Castelforte, e a destra la 46ª Divisione di fanteria doveva assicurarsi una testa di ponte sulla riva opposta del Garigliano.
La 5ª Divisione riuscì ad avere facile ragione delle forze della 94ª Divisione di fanteria tedesca, conquistando i paesi di Minturno e Tufo, e assicurando, il 18 gennaio, una testa di ponte abbastanza sicura e consolidata. Gli attacchi della 56. Divisione riuscirono ad avere ragione delle truppe tedesche. Invece l'operazione della 46ª Divisione, impegnata ad attraversare il fiume con barchini d'assalto fallì miseramente per la forte corrente del Garigliano. Solo due battaglioni riuscirono a guadare il fiume, ma i tentativi di creare un ponte non riuscirono e il mattino dopo l'operazione fu annullata.
Nel contempo il Generalfeldmarschall Albert Kesselring, comandante in capo delle forze tedesche in Italia, iniziò a far affluire forze nella zona di Cassino, in particolare il I. Fallschirmjägerkorps del General der Flieger Kurt Student. Il 20 gennaio i tedeschi riuscirono a respingere la 56ª Divisione inglese oltre Castelforte. Quella stessa sera, dopo un intenso fuoco di preparazione, la 36ª Divisione USA "Texas" attaccò le posizioni tenute dalla 15. Panzergrenadierdivision intorno al punto chiave del paese di Sant'Angelo in Theodice: i tedeschi trincerati sull'altra riva del Rapido falcidiarono i soldati americani intenti a guadare il torrente; dopo 48 ore di accaniti combattimenti le truppe americane avevano perso 1.700 uomini tra morti, feriti e dispersi.
Sempre il 22 gennaio, ad Anzio, sbarcarono truppe alleate con l'obiettivo di aggirare la Linea Gustav di giungere a Roma, provocando in tal modo il collasso del sistema difensivo tedesco. Gli Alleati, dopo aver stabilito una testa di ponte, non riuscirono tuttavia a progredire.
Il 24 gennaio le truppe francesi iniziarono l'attacco per la conquista del monte Cairo. Quella stessa sera iniziarono l'attacco al monte Cifalco, un'altura che dominava la valle formata dal torrente Secco e la zona di Sant'Elia: a prezzo di gravi perdite, e di sanguinosi corpo a corpo, nel pomeriggio del 25 gennaio riuscirono a conquistare la vetta del monte Belvedere, tappa intermedia verso il massiccio del Cairo. Sempre il 25 gennaio la 34ª Divisione USA tentò di stabilire una nuova testa di ponte oltre il Rapido, inutilmente.
Verso la fine di gennaio i tedeschi passarono al contrattacco, riconquistando monte Belvedere. Questo successo venne però vanificato dall'occupazione di Caira, oltre il Rapido; la battaglia continuò nei giorni successivi, in pessime condizioni ambientali, e con il solo obiettivo di conquistare singole colline.

Il 2 febbraio avanguardie americane raggiunsero la periferia di Cassino, e il giorno successivo tentarono di entrare in città, venendo però fermati dalle difese tedesche. Il 6 febbraio il 168º Reggimento di fanteria americana tentò di conquistare il monte dove sorgeva l'Abbazia benedettina, venendo però fermato da un fuoco micidiale. Lo stesso giorno, invece il 135º Reggimento di fanteria americana riuscì a rioccupare il monte Calvario. Il 7 febbraio la postazione venne riconquistata dai tedeschi, i quali vennero sloggiati, il 9 febbraio dalle truppe americane, gli scontri si conclusero solo il 10 febbraio quando il 3º Fallschirmjägerregiment della 1ª Divisione paracadutisti riprese definitivamente il monte.
L'11 febbraio venne lanciato un nuovo attacco in direzione dell'Abbazia, ma le truppe del Commonwealth (2ª Divisione neozelandese e 4ª Divisione indiana) riuscirono ad avanzare di soli 300 metri sotto una tempesta di neve e di fuoco nemico: la "prima battaglia di Montecassino" era terminata con un netto successo difensivo tedesco.

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