27 gennaio, 2010

Occupazione: persi 21.000 posti di lavoro atipici nel 2009


Occupazione: persi 21.000 posti di lavoro atipici nel 2009

La sempre maggiore precarizzazione nel mercato del lavoro italiano e laziale, le difficoltà nell'inserimento lavorativo e l'esigenza sempre più pressante di adeguate politiche di reddito. Questi i temi al centro della tavola rotonda 'I nuovi esclusi dal mercato del lavoro: gestione del precariato, transizione nel mercato del lavoro, politiche di reddito', tenutasi oggi nell'ambito della Conferenza regionale del Lavoro del Lazio, organizzata dall'Assessorato al Lavoro della Regione Lazio, in corso a Roma allo spazio Etoile.

"Nel Lazio - ha detto Mario Albisinni, responsabile analisi e diffusione dati forze di lavoro Istat, intervenuto alla tavola rotonda, riferendosi ai dati sulle forze lavoro del terzo trimestre 2009 - all'interno di un calo generale dell'occupazione la crisi ha colpito di più i lavoratori atipici, co.co.co e a tempo determinato, che dal terzo 2008 a terzo 2009, sono diminuiti di 21.000 unità. Sono cresciuti i contratti a tempo indeterminato, sorretti dalla componente straniera (colf e badanti), come anche nel settore della ristorazione". Sempre secondo l'Istat "i 'lavoratori atipici' nel Lazio sono 250 mila, nella maggior parte (68%) hanno meno di 34 anni".
Albisinni è quindi entrato nello specifico della situazione dei lavoratori atipici nella Regione. "Un'altra caratteristica del lavoro atipico è quella durata del contratto. Nel Lazio il rischio di una lunga 'durata' dello stato di precarietà per il lavoratore è relativamente meno esteso nel Lazio rispetto al resto d'Italia. Nella Regione infatti il periodo di precarietà va dai 4 anni per il 64% degli atipici, mentre nel resto d'Italia è del 71%". E spesso i lavoratori sono costretti a scegliere il part-time per potere lavorare. "Il part-time 'involontario', nel senso che non è scelto dal lavoratore, è del 67%".
E per Giovanna Altieri dell' Ires, intervenuta anch'essa alla tavola rotonda, la crisi ha prodotto "effetti devastanti", e oggi il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da "una sempre maggiore segmentazione, iniquità sociale, precarietà e squilibri territoriali".
Nel corso della tavola rotonda si è parlato anche di possibili soluzioni alle difficoltà dei giovani di inserirsi nel mercato del lavoro. Per Piero Lucisano, docente dell'Università 'La Sapienza' di Roma, e responsabile scientifico di Soul (Sistema orientamento università lavoro) "E' necessaria una grande alleanza, una rete tra istituzioni, università, e forze sociali per realizzare un sistema che sappia non solo introdurre giovani nel posto di lavoro, ma capace anche di dare stabilità sociale. E quindi valorizzare il patrimonio di conoscenze che i giovani acquisiscono con lo studio".

Nessun commento: