14 ottobre, 2008

Consulta imprese Lazio, Marrazzo: "E' il momento delle decisioni"


Consulta imprese Lazio, Marrazzo: "E' il momento delle decisioni"
Sanità, produttività, credito, energia, ambiente, infrastrutture, formazione, turismo, casa e ricerca. Queste le priorità, presentate oggi a Roma, cui secondo la Consulta delle Imprese del Lazio, dovrà essere improntata l’azione della Giunta Regionale, per avviare una nuova stagione di sviluppo e di crescita del sistema economico-produttivo regionale. Fanno parte della Consulta Abi, Ania, Confcommercio, Confindustria, Federlazio e Urcel.

“Questa - ha detto il presidente della Regione Piero Marrazzo - è una fase in cui serve consapevolezza e concretezza. Bisogna avere la capacità di intervenire presto e debbo dire che, vista l’esperienza dell’emergenza rifiuti, siamo molto ferrati. Ci confronteremo sulle critiche e sulle problematiche riportate dal testo. E’ il momento di prendere delle decisioni, come abbiamo fatto per la sanità”. “La nostra classe imprenditoriale - ha rimarcato Marrazzo - ha voglia di esserci e la priorità delle priorità da affrontare è l’accesso al credito. Domani partirà, infatti, il tavolo sul credito”.

Anche per il presidente di Federlazio, Massimo Tabacchiera, coordinatore e portavoce della Consulta, “la presentazione di questo ‘manifesto per la competitività’ rappresenta un momento importante per il territorio, perché sono riportati tutti gli argomenti cardine che riguardano il mondo economico”. “Abbiamo messo insieme - ha ricordato Tabacchiera - le associazioni più rappresentative della nostra regione. Per la prima volta è stato redatto un documento ascoltando tutti i consigli direttivi delle diverse province del Lazio”.

In materia di sanità, secondo la Consulta va attuata la parificazione fra pubblico e privato, rimuovendo definitivamente le discriminazioni, immotivate, a danno del secondo ambito. Ma più in generale, riguardo il complessivo sistema sanitario, vanno superate le logiche di riserva in favore del settore pubblico, con il privato in posizione subordinata. Peraltro, la difficoltà di sostenere nel futuro gli inevitabili incrementi della spesa sanitaria porrà la necessità di una partnership pubblico-privato, come avviene già in altri Paesi, facendo ricorso alla spesa privata in modo strutturale e organizzato, anche con il concorso di fondi integrativi, mutue e compagnie di assicurazione.

Ma la Consulta affronta anche la questione del credito, precisando che la Regione dovrà rivolgere la sua attenzione verso azioni che favoriscano processi di patrimonializzazione delle imprese. Un aspetto di particolare importanza, questo, che costituisce un fattore fondamentale in quella complessiva strategia di riposizionamento su standard competitivi che costituisce una criticità per un’elevata quota di imprese laziali. Ne consegue, dunque, l’esigenza di riservare adeguate risorse regionali in tale direzione, utilizzando e affinando strumenti finanziari già disponibili, nell’ottica di massimizzare l’effetto leva delle risorse regionali nei confronti di quelle private finalizzate ai processi di patrimonializzazione. Per tutti gli altri aspetti gestionali, dell’attività d’impresa, la politica del credito deve favorire il consolidamento dei debiti a breve termine, non solo quelli dell’istituto bancario erogatore, ma anche quelli del sistema. In ogni caso, appare di forte rilievo l’esigenza di fondare lo sviluppo delle politiche del credito sulla capacità di interfacciarsi con le imprese e con il territorio attraverso la rete dei Confidi di riferimento delle Associazioni di rappresentanza, nel quadro delle attività di sostegno al credito previste dalla Regione Lazio.

Per la Consulta del Lazio, inoltre, serve un’azione politica indirizzata verso una diversificazione spinta dalle fonti di energia primaria. Un’azione che realizzi le condizioni per uno sviluppo economico equilibrato e sostenibile, in armonia con il fondamentale principio della conservazione delle risorse. I punti qualificanti della politica energetica dovranno prevedere il ruolo primario della Regione, il Patto Regionale per l’Energia e l’Ambiente, l’utilizzo di meccanismi di mercato per l’ottimale riorganizzazione della domanda energetica, l’utilizzo di meccanismi finanziari, l’assegnazione mirata di risorse comunitarie nazionali e regionali. Ma, secondo la Consulta, sarebbe opportuno anche sottoscrivere accordi volontari, avviando tavoli di concertazione finalizzati a realizzare interventi di riduzione e produzione di energia, agevolare il trasferimento tecnologico e gestionale da i centri di ricerca alle imprese, indirizzare e stimolare i soggetti che, a diverso titolo, entrano nel mercato dell’energia.

Nel settore delle infrastrutture è necessario controbilanciare il peso dell’area metropolitana romana con politiche di sviluppo e di integrazione degli altri ambiti territoriali del Lazio, anche attraverso il decentramento di funzioni pregio che possano fare da catalizzatore per innescare strategie di sviluppo territoriale. Per la Consulta del Lazio è poi evidente che il sistema formativo nel suo complesso debba divenire, da un lato maggiormente rispondente alle esigenze dei lavoratori e, dall’altro, più efficace se guardato dal punto di vista del bilancio delle competenze e quindi dell’utilità per le imprese. Bisogna evitare che tale formazione sia organizzata dall’alto, senza alcun collegamento con i fabbisogni formativi reali delle imprese. La formazione non è un’incombenza che deve ricadere solo sulle imprese, ma è un tema che deve coinvolgere tutti e sul quale la Regione Lazio deve impegnarsi ed investire.

Il turismo, si legge nel documento della Consulta del Lazio, ha bisogno di una più incisiva attenzione dell’istituzione regionale al settore, sicuramente misurabile con gli interventi in termini di dotazioni infrastrutturali, in modo da trovare ulteriori concreto riscontri nella rapida attribuzione all’Agenzia per il Turismo della Regione Lazio di funzioni, competenze, risorse umane ed economiche che consentano di incidere in modo significativo sui mercati internazionali.

Per la Consulta, infine, le politiche della casa non sono residuali, ma parte integrante delle politiche urbane e dei processi di trasformazione, per questo occorra incentivare il recupero di quartieri con interventi di demolizione e ricostruzione. E’ poi fondamentale che gli enti pubblici investano maggiormente nella ricerca, nella formazione e nel sostegno all’innovazione tecnologica a partire però dalle singole vocazioni di ogni territorio. In materia di concorrenza e liberalizzazioni, inoltre, la Consulta delle Imprese del Lazio auspica la realizzazione di un’ampia liberalizzazione dei servizi pubblici locali.

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