09 aprile, 2008

Piccola storia della Garbatella in pannelli


Perché si chiama 'Garbatella'? per via di una gentile ostessa, garbata e bella: questa è almeno una delle storie che si raccontano a proposito dell'origine del nome -anzi del soprannome popolare, che il nome originario era 'Concordia'- della borgata-giardino fondata nel 1920. Raccontare la storia del quartiere, soddisfare curiosità storiche e urbanistiche di abitanti e turisti, è il compito di una nuova iniziativa che propone un percorso guidato per le vie di uno degli esperimenti più significativi dell'architettura abitativa romana del Novecento.

Sei pannelli didattici racconteranno le origini e gli sviluppi di quello che fu un vero e proprio laboratorio di edilizia popolare, ispirato sì alle Città giardino inglesi e tedesche, ma disegnato nelle linee generali dagli architetti Gustavo Giovannoni e Marcello Piacentini con un carattere assolutamente originale, la ripresa del 'barocchetto romano' stile rustico di memoria tardo medioevale.

Nuova nella forma, la borgata giardino, ad anche nei 'contenuti': qui si sperimentano criteri di organizzazione sociale che richiamano i falansteri di Fourier, o addirittura alcuni esempi di Comune sovietica: nei lotti 41 e 42, chiamati anche Albergo Bianco e Albergo Rosso, gli alloggi erano costituiti da stanze singole con arredo standard per ogni nucleo familiare, mentre tutti i servizi erano in comune. In entrambi c'era una grande sala da pranzo. Nell'Albergo Bianco era collocata la Maternità, in quello Rosso la chiesa e la scuola elementare. E risulta curioso immaginare, ma le foto lo testimoniano, un Mahtma Gandhi alla Garbatella, cosa che avvenne nel 1931, quando visitò il nido dei bimbi.

I sei luoghi illustrati, realizzati da Mirabilia, sono stati selezionati di concerto con l'XI municipio su suggerimento dello storico Gianni Rivolta.

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