17 febbraio, 2008

PROMEMORIA 17 febbraio 1977


Luciano Lama viene violentemente contestato all'Università di Roma, da giovani aderenti a posizioni extraparlamentari.
Luciano Lama (Gambettola, 14 ottobre 1921 – Roma, 31 maggio 1996) è stato un politico e sindacalista italiano. È stato uno dei più importanti segretari della CGIL in tutta la storia del sindacato.

Giovanissimo, aderì al Partito Socialista Italiano e partecipò alla Resistenza partigiana. Dopo la guerra, passò nel 1946 al Partito Comunista Italiano e divenne uno dei suoi dirigenti fino ad entrarne nel comitato centrale nel 1956. Due anni dopo fu eletto per la prima volta deputato.

Positivamente distintosi nell'ambito sindacale, responsabile della Camera del Lavoro di Forlì, il suo ruolo di difensore dei diritti degli operai contribuì alla sua scalata nella CGIL, di cui divenne segretario nazionale nel 1970.

Operando in collaborazione con il socialista Ottaviano del Turco, Lama fu fautore dell'unità sindacale con CISL e UIL, ma questa strategia non fu sempre coronata dal successo.

Il 17 febbraio 1977 all'Università di Roma fu violentemente contestato da giovani aderenti a posizioni extraparlamentari.

Nel gennaio del 1978 in un'assemblea all'EUR di Roma propose ai lavoratori una politica di sacrifici, volta a sanare l'economia italiana, rivedendo la posizione del sindacato sul salario come variabile indipendente. Questa scelta venne definita la linea dell'Eur.

Contrario a un diretto coinvolgimento del PCI e del PSI all'interno della CGIL, ebbe nel 1980 un violento diverbio con Gianni Agnelli dopo che la FIAT espulse, collocandoli in cassa integrazione, 23.000 dipendenti.

Al termine della sua segreteria (1986), la CGIL poteva dirsi rafforzata in termini di immagine mediatica in quanto divenne il vero punto di riferimento della maggior parte dei lavoratori dipendenti, in particolare del settore privato. Anche il numero di iscritti aumentò, soprattutto nel triennio 1975-1977. Inoltre guidò il sindacato a svolgere un ruolo importante nei dibattiti politici, economici e sociali dell'Italia.

Nel 1987 fu eletto nuovamente deputato come indipendente comunista, ma cinque anni dopo preferì non ricandidarsi per motivi di età e di salute. Tuttavia nel 1988 venne eletto sindaco di Amelia, cittadina in provincia di Terni, dove da tempo possedeva una casa di campagna. Venne riconfermato nelle elezioni del 1993, le prime che prevedevano l'elezione diretta del sindaco, e restò in carica sino alla sua morte.

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