05 aprile, 2007

PROMEMORIA 5 marzo 1817 - Il barone Karl Friederich Drais von Sauerbronn presenta pubblicamente la draisina, considerata la prima bicicletta


Con il termine draisina o Draisine viene definito un veicolo ottocentesco, simile a una bicicletta, con due ruote allineate, di cui l'anteriore sterzante, ma senza i pedali ed i freni, per cui per la propulsione è necessario che il guidatore, seduto sul sellino come nelle attuali bicliclette, eserciti una spinta puntando i piedi sul terreno. Sempre tramite l'uso dei piedi, il guidatore può anche frenare.
Il materiale di costruzione era generalmente legno rinforzato con elementi di ferro
Nonostante che già Leonardo da Vinci od un suo discepolo, sul Codice Atlantico avesse inserito il disegno di un mezzo di trasporto del tutto simile alle odierne biciclette, l'invenzione della draisina, fatta nel 1816 dall'aristocratico tedesco Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbronn, si basa sull'introduzione della ruota anteriore sterzante applicata, come perfezionamento di una precedente invenzione del conte Mede de Sivrac chiamata celerifero.
Il nome draisina deriva appunto da Drais, il nome con cui l'inventore (fervente democratico) si faceva chiamare. Sempre nel nome della democrazia, Karl Drais sosteneva che tale mezzo poteva sostituire il cavallo, con un conseguente risparmio dei costi di gestione, allargando quindi la possibilità di trasporto personale veloce ad una più larga fetta di popolazione. In realtà, nonostante le speranze del suo inventore, la draisina divenne un mezzo per il puro divertimento utilizzato sia dai giovani borghesi che dagli aristocratici, tanto da essere chiamato, in Inghilterra, hobby horse (cavallo da divertimento).
Fu merito del costruttore di carrozze Denis Johnson se la draisina diventò un mezzo sportivo, dato che fu lui ad organizzare una delle prime scuole per imparare a condurre tale mezzo che chiamò anche pedestrian curricle (calesse che cammina).
Nei 50 anni in cui la draisine fu diffusa, i vari costruttori si sbizzarrirono ad inventare le forme più varie e stravaganti, creando oggetti che rispondessero, più che a criteri tecnici, ai dettami della moda di allora.

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