16 marzo, 2007

PROMEMORIA 16 MARZO 1978 In un agguato a Roma le Brigate Rosse rapiscono Aldo Moro uccidendo cinque uomini della scorta.


Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916 - Roma, 9 maggio 1978) è stato un importante uomo politico italiano, cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana.
Venne rapito il 16 marzo 1978 ed ucciso il 9 maggio successivo da appartenenti al gruppo terrorista delle Brigate Rosse
Il Caso Moro
A Roma, alle 9.15 del 16 marzo 1978, il giorno in cui il governo appena nominato, guidato da Giulio Andreotti, doveva presentarsi in Parlamento per ottenere la "fiducia" (approvazione parlamentare), l'auto che trasportava Moro da casa alla Camera dei Deputati fu intercettata in via Mario Fani da un "gruppo di fuoco" (commando) delle Brigate Rosse, organizzazione terroristica di sinistra, che in pochi istanti portò a termine una delle più feroci azioni terroristiche che si ricordino nella storia italiana contemporanea. In una manciata di secondi, sparando con armi automatiche, i terroristi massacrarono i due carabinieri a bordo dell'auto di Moro (Domenico Ricci e Oreste Leonardi) e i tre poliziotti a bordo dell'auto di scorta (Raffaele Jozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Moro venne caricato a forza su un'auto che si allontanò rapidamente verso una direzione in quel momento ignota.
Il rapimento fu rivendicato con il primo dei nove comunicati che le Brigate Rosse inviarono durante i 55 giorni del sequestro.
Il 9 maggio dello stesso anno, dopo 55 giorni di detenzione, al termine di un presunto processo del popolo, sarebbe stato assassinato per mano di Mario Moretti. Il cadavere di Moro è ritrovato il 9 maggio in una Renault 4 rossa in Via Caetani, in pieno centro di Roma.
Si è sostenuto che non tutto il vertice brigatista fosse concorde con il verdetto di condanna a morte. La brigatista Adriana Faranda citò una riunione notturna tenutasi a Milano e di poco precedente l'uccisione di Moro, ove ella ed altri terroristi (Prospero Gallinari e - forse - Franco Bonisoli) dissentirono, tanto che la decisione finale sarebbe stata messa ai voti.

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